Gio, 01/08/2015
Tra le sostanze capaci di provocare intolleranze farmacologiche, perché si comportano come farmaci (vedi box sotto), elenchiamo:
- le metilxantine (caffeina, teofillina, teobromina). La caffeina (più che la teofillina e la teobromina) può dare ansia ed attacchi di panico
- la capsicina del peperoncino. Può dare eritemi e dolore cutaneo urente
- la miristicina della noce moscata. Può causare calore e rossore cutaneo, nausea, vomito, secchezza della mucosa orale, miosi, palpitazioni, allucinazioni, psicosi, senso di morte imminente
- l’alcol etilico. Può indurre calore e rossore cutaneo, nausea e vomito, tachicardia, ipotensione, sonnolenza, coma
Un discorso a parte merita l’istamina, un mediatore presente nel nostro organismo, che ha diverse funzioni nell’infiammazione:
- vasocostrizione delle grandi arterie
- vasodilatazione delle arteriole
- aumento della permeabilità dei capillari e delle venule post-capillari
- broncocostrizione
Insieme all’istamina, molti altri mediatori presenti nel nostro organismo contribuiscono a stabilire un certo equilibrio (omeostasi). Se questo equilibrio si altera, si manifestano dei sintomi non graditi, ad esempio l’orticaria.
L’aumento dell’istamina può essere dovuto:
- ad una sua aumentata “produzione” da parte dell’organismo
- all’introduzione per via alimentare dell’istamina stessa (ad esempio sindrome sgombroide)
- all’introduzione di cibi capaci di stimolare la liberazione di istamina da parte delle cellule che ne sono particolarmente ricche (ad esempio mastcellule). La liberazione di istamina dalle mastcellule può essere determinato da meccanismo farmacologico o da un meccanismo immunologico (allergia), ma di questo parleremo in seguito.
Azione farmacologicaUn farmaco è in grado di far variare una o più attività funzionali (qualche esempio: l’adrenalina accelera i battiti cardiaci e rende pallido l’aspetto della cute –vasocostrizione-; l’alcool fa diventare rossi in viso –vasodilatazione-, aumenta la diuresi, etc). L’effetto è di solito dose-dipendente, ossia aumenta all’aumentare della dose. L’azione farmacologica ha un caratteristico andamento nel tempo: inizia dopo un determinato intervallo di tempo dalla somministrazione, si accresce progressivamente fino a raggiungere un massimo, infine decresce progressivamente fino a scomparire. |
N.B. Le nozioni presenti in questo testo provengono dalla letteratura scientifica e da documenti ufficiali del Ministero della Salute.