Mar, 07/01/2014
Riassumendo i punti trattati dalla parte 2 alla parte 6, semplificando possiamo dire che ci sono delle molecole allergeniche poco stabili (ad esempio Bet v1 e profiline), che se assunte in modesta quantità nei soggetti allergici non causano reazioni gravi, e altre molecole più stabili, in grado di sopportare trattamenti termici e resistere all’acidità dello stomaco, che possono, seppure incostantemente, dare reazioni anche gravi e a distanza. È il caso degli L.T.P. (parte 5) e delle molecole di deposito (parte 6).
Accanto a queste troviamo anche delle molecole che potremmo definire “specie specifiche”, come gli allergeni maggiori di Arachide, Lenticchia, Nocciola, Noce, Anacardo, Sesamo (alcuni dei quali contengono anche L.T.P.).
Non avendo ancora strumenti raffinati, l’allergologo utilizza come rappresentante degli L.T.P. l’estratto di Pesca o, se possibile, la molecola Pru P3. Se il paziente non allergico alla pesca (L.T.P.) ha delle reazioni allergiche con arachidi, sesamo, girasole, senape o certi tipi di noce, c’è la possibilità che la stessa reazione sia dovuta a proteine vicilino o legumino-simili e non agli L.T.P.
Nota Importante: il paziente allergico a queste proteine deve leggere con attenzione le etichette di ciò che mangia, perché il rischio di contaminazione occulta con questi alimenti è molto alto.